DESCRIZIONE CLINICA
La malocclusione di terza classe è una condizione in cui si verifica una crescita in eccesso della mandibola rispetto all’osso mascellare superiore. Tipici di questi casi sono la prominenza del mento e la posizione degli incisivi inferiori più in fuori di quelli superiori. Questa condizione è fortemente legata alla genetica del paziente ed è di difficile risoluzione. Spesso il trattamento ideale è ortodontico-chirurgico laddove all’ortodonzia si affianca la chirurgia maxillo-facciale. Nonostante ciò tante volte è possibile dare soluzioni ambulatoriali intervenendo soltanto con apparecchiature ortodontiche fisse ma accettando inevitabili compromessi, come documentiamo in questo case report.
SINTOMATOLOGIA
Il rapporto scorretto fra i denti molto spesso dà origine ad una serie di disturbi che investono l’intero organismo.
La malocclusione dentale coinvolge il processo masticatorio con disturbi all’atto di masticare e dolori a livello dell’articolazione temporo-mandibolare.
Si possono inoltre verificare mal di schiena, cefalee ricorrenti, ronzii all’orecchio, tosse, sinusiti e reflusso gastroesofageo.
Molto spesso in concomitanza con questo tipo di malocclusione si riscontra una compromissione dello status psicologico dovuto all’antistetismo del profilo facciale.
CASO INIZIALE
LA CORTICOTOMIA
È un intervento parodontale complementare al trattamento ortodontico. Si esegue vestibolarmente (esternamente) ai denti dell’arcata superiore da canino a canino. Dopo aver sollevato un lembo mucoperiosteo (gengivale) si incide la corticale ossea preferibilmente con tecnica piezochirurgica. Le incisioni sono verticali ai due lati delle radici, si prosegue poi con un’incisione alla base che unisce le due precedenti. Il tutto con l’obiettivo di mobilizzare meglio il tassello di corticale.
L’INNESTO DI CONNETTIVO
Questo piccolo intervento consiste in un prelievo di tessuto connettivo per lo più dal palato che viene successivamente applicato su di un letto ricevente opportunamente preparato. Nel caso specifico l’obiettivo è stato quello di aumentare lo spessore dei tessuti molli laddove andremo a spostare vestibolarmente (in fuori) i denti frontali dell’arcata superiore da canino a canino.
LA RIGENERAZIONE OSSEA
Questo trattamento ha l’obiettivo di rinforzare le pareti ossee con materiali biocompatibili. Nel caso specifico è stata utilizzata idrossiapatite sintetica supportata da fosfato tricalcico . Tale materiale si imbibisce di sangue e una volta formatosi un coagulo stabile questo fa sì che si generi nuovo osso del paziente.
Ortodonzia post-chirurgica con apparecchiatura fissa per arcata superiore.
Ortodonzia post-chirurgica con apparecchiature fisse per entrambe le arcate dentarie.
Controlli ortodontici bimascellari con cadenza trimestrale.
CASO FINALE